lunedì 13 marzo 2023

A proposito delle monete di Cizico e della leggenda di Oreste

 L. Lacroix

A proposito delle monete di Cizico e della leggenda di Oreste

AntC, xv, 1946,

studio sui tipi monetari di Cizico ispirati all'arte ateniese attraverso le pitture vascolari del V secolo a.C. I motivi sono vari; uno di essi rappresenta la leggenda di Oreste, con la spada in mano, mentre si piega sul'omphalos di Delfi. L'autore confronta questa rappresentazione con le pitture vascolari che illustrano lo stesso soggetto. Altri influssi dell'arte ateniese possono essere osservati sullo statere di Cizico: l'immagine dei Tirannocidi di Critios e Nesiotès, Triptolemo sul suo carro trainato da serpenti, Ge che solleva tra le sue braccia il giovane Erictonio, Cecrope anguipedo che tiene in mano un ramo d'olivo, l'hoplitodromo.... ecc. Questi tipi monetari, che si distinguono per la loro varietà e per la maestria della loro composizione, possono essere citati tra i capolavori della moneta antica".


giovedì 9 marzo 2023

Monete greche della Sicilia

Giulio Emanuele Rizzo 

Monete greche della Sicilia

Roma, Libreria dello Stato, 1946, vii + 319 pp. , 98 figg. 66 tavv. 


L'opera si inizia con i « Prolegomeni >> nei quali l'A. tratta alcune questioni concernenti la preparazione del lavoro. Egli si sofferma sopra il sistema di classificazione cronologica delle monete, seguito specialmente da Erich Böhringer (Die Munzen von Syrakus, Berlino , 1929) e basato sulla successione dei conii della stessa moneta. Alla descrizione delle tavole è premessa una carta topografica dell'isola, con le città che hanno coniato moneta prima del dominio romano. Per tracciare questa carta l'A. si è servito delle descrizioni della Sicilia antica contenute nelle opere fondamentali di A. Holm e di E. Freeman ,

aggiungendo solo brevi note per quei lucghi sui quali la sua opinione divergeva da quella più comune. Esse formano una introduzione topografica generale con la bibliografia ragionata dei principali studi sulla topografia e la storia della Sicilia antica. Il catalogo delle monete costituisce il nucleo principale della prima parte dell'opera, essendo riservata alla seconda , non ancora pubblicata, la trattazione storicostilistica e la discussione dei numerosi problemi ad essa collegati. Ma in una avvertenza preliminare l'A . , anticipando alcune conclusioni della seconda parte, c'informa dei periodi in cui egli , in contrasto con la cronologia di B. V. Head, divide la monetazione della Sicilia e in particolare quella di Siracusa : e cioè : 1 ) arcaismo primitivo, 570-525 a . C.: periodo delle oligarchie ; 2 ) arcaismo maturo, dal 525 al 480 a. C.: continuazione delle oligarchie e prima età dei tyrannoi; 3 ) stile severo, con prevalente influsso dell'arte peloponnesiaca , dal 480 al 450 a . C. : continuazione dell'età della tirannide e prima fase della democrazia ; 4) stile « classico » dei precursori dei Maestri che firmano i coni , dal 450 al 430 a. C. si accentua l'influsso dell'arte attica : età della democrazia ; 5 ) stile florido dei Maestri che firmano, 430-400 circa a . C.: prevalente influsso dell'arte attica : età della democrazia. Tutto il catalogo è diviso in due parti : nella prima sono prese in esame le monete delle città greche ; nella seconda quelle dei Siculi, degli Elymi e dei Fenici. Ogni città forma un capitolo a sé, preceduto da una breve introduzione storica , basata essenzialmente sulle fonti, cui segue direttamente la descrizione delle tavole. I primi cinque capitoli trattano successivamente di Akragas, Kamarina, Katáne, Gela , Himera. Al capitolo su Himera segue una appendice, in cui l'A. tratta molto brevemente delle monete di Thermae Himerenses, non comprese nel catalogo per ragioni di stile e di cronologia, soffermandosi più a lungo sul didrammo : Testa muliebre con capelli sciolti , fluenti e cinti da alta corona Herakles nudo, seduto sopra una

roccia, che viene paragonato con gli analoghi stateri di Kroton, superiori però dal punto di vista artistico. Seguono i capitoli riguardanti Leontinoi, Zankle-Messene, Naxos. Anche il capitolo su Naxos è accompagnato da una appendice in cui si accenna brevemente alle monete di Tauromenion, in particolare a quelle di bronzo, non comprese nelle tavole per ragioni di cronologia. Viene ricordata una moneta coniata nell'intervallo tra la distruzione della città ad opera di Dionisio (403 a . C. ) e la ricostruzione della greca Tauromenion (358 a. C. ) e simile ai didrammi dell'ultimo periodo della monetazione di Naxos (Testa giovanile di Apollo laureato Sileno accosciate , che però non regge i kantharos come nelle analoghe monete di Naxos) . Dopo la descrizione delle monete di Selinunte, si inizia il capitolo su Siracusa , preceduto da un lungo sommario storico, che, per la grande importanza che questa città riveste nella monetazione siceliota , sorpassa, specialmente per il periodo arcaico, i limiti normalmente rispettati in tutte le altre introduzioni. Nella descrizione delle monete l'A. si attiene allo stesso criterio seguito nel descrivere la monetazione delle altre città ; limitarsi cioè soltanto ai tipi iniziali e fondamentali di ciascuna serie e ad una scelta di quelli che abbiano maggiore importanza per la conoscenza della evoluzione stilistica della moneta, senza riprodurre tutti i coni finora conosciuti . Alla descrizione delle monete arcaiche e di quelle di stile severo, dalle quali sono però escluse le serie dei tetradrammi così detti «< dalle teste piccole » , coniati nel primo ventennio del V sec. a. C. , seguono così le serie dei grandi Maestri incisori : Sosion , Euménes, Eukleîdas, Phrygillos, Euarchidas, Kimon , Euáinetos . Nel trattare questa parte l'A. si allontana dal metodo strettamente obiettivo finora seguito, per arrivare, mediante il sussidio di una straordinaria abbondanza di riproduzioni, ad una descrizione più ampia, a osservazioni più precise, pur senza invadere il campo dell'analisi storico- stilistica , riservata alla parte II . Con l'ampio capitolo su Siracusa termina la descrizione delle monete delle città greche della Sicilia . Ha inizio quindi la sezione II , in cui è illustrata la monetazione di quelle città dei Siculi , degli Elymi e dei Fenici nelle quali più si sente l'influsso della civiltà che si diffondeva dalle vicine colonie greche . Le città dei siculi sono disposte in ordine alfabetico : Abákainon, Adranón, Agyrion, Kentóripa, Enna, Erbessós , Galaria, Imáchara, Kimissa (città completamente ignorata dagli autori antichi e conosciuta soltanto per una dracma di cui il Rizzo pubblica ora un terzo esemplare ) , Longane, Morgantine, Nakone, Piakos . Per quest'ultima città l'A. si sofferma con maggiore ampiezza su un hemilitron (Testa giovanile di divinità fluviale / Cane, che abbattuta una cerva , sta per sgozzarla) , mettendone in rilievo le strette analogie stilistiche con altri pezzi di Katane, attribuiti al così detto « Maestro della foglia » , autore, secondo il Rizzo, anche del conio della hemilitron di Piakos. Le tavole dedicate alle città sicule terminano con le monete di Stiela, della Symmachia (coniate ad Alaisa ) e di Sergetion . Per gli Elymi vengono descritte le monete di Segesta e di Eryx. Riguardo alla prima l'A. ritiene che il tipo principale rappresentato sui tetradrammi, il giovane. cioè che, accompagnato dal cane, sosta sollevando il piede su un rialto e si appoggia all'asta , raffiguri il fiume Krimisos, il maggiore dei fiumi che scorrono in territorio segestano. Lo schema, già noto nello stile severo ai limiti dell'arcaismo, è comune nell'arte greca, come viene dimostrato con numerosi esempi. Per quanto riguarda invece il tipo di Egesta che sacrifica accanto all'altare , il Rizzo , pure ammettendo una certa somiglianza con la figura di Himera nei tetradrammi dell'ultimo periodo, coniati poco prima del 409 a. C., ne mette in rilievo le sostanziali differenze, negando ad Himera il valore di prototipo e sostenendo la derivazione del tipo monetale di Egesta da una statua del ciclo fidiaco . Nei tipi dei tetradrammi e delle litre di Eryx, con le figure di Afrodite e di Eros, è riconosciuta una derivazione da opere dell'arte greca industriale, specialmente dalle terracotte, che, numerose, dovevano trovarsi nel celebre tempio di Venere Ericina , non potendosi ammettere una originale invenzione degli incisori ericini. Nelle ultime due tavole sono illustrate le monete di Pànormos e quelle coniate in altre città fenicie tra la metà del sec. V e la prima metà del secolo IV: Solous, Motye, Ras Melkart , oltre alcune monete siculo- puniche con leggenda punica, appartenenti a città di incerta identificazione, e ad una piccola scelta di monete coniate dai Cartaginesi in Sicilia nel medesimo periodo.


domenica 3 gennaio 2021

Monete di Cales Campaniae

Monete di Cales Campaniae, inizio del III secolo a.c..
Con raffigurazioni di Atena, biga con Vittoria, galletto e stella.

domenica 13 dicembre 2020

martedì 3 novembre 2020

venerdì 23 ottobre 2020