Più di 250 monete antiche siciliane vendute all'asta a Los Angeles.
Flavia Zisa: «Un tesoro disperso nel silenzio»
LA SICILIA
Martedì 26 Marzo 2013
Più
di duecentocinquanta monete siciliane di epoca greca, romana e
bizantina trafugate negli anni '30 e vendute all'asta in America, poche
settimane fa.
Un tesoro «incommensurabile» come lo definisce
l'archeologa Flavia Zisa che si è accorta dei preziosi lotti descritti,
con dovizia di particolari e immagini fotografiche, sul sito internet
della casa Ira & Larry Goldberg di Los Angeles. «Si tratta di parte
della cosiddetta Hunter Collection - dice la docente - fra cui tre pezzi
di valore straordinario del conio siracusano: una delle quali firmata
da Kimon e battuta all'asta per 126mila dollari». Una scoperta casuale
da parte dell'archeologa che collabora con musei americani fra cui il
Getty di Los Angeles con cui ha curato, su indicazione della Regione
siciliana, le trattative per il ritorno della Venere di Morgantina.
Quelli
venduti all'asta dalla Goldberg sono esemplari numismatici gemelli di
quelli custoditi nel caveau del museo archeologico "Paolo Orsi", fra cui
le monete di Siracusa con la testa di Aretusa circondata dai delfini,
su un lato, e la quadriga sormontata dalla Nike che incorona l'auriga
sull'altro lato. Pezzi da museo, dunque, venduti a magnati
d'oltreoceano.
Ma anche monete dell'antica Catania, di Agrigento, di
Camarina. «Pezzi dal valore immenso - prosegue l'archeologa Flavia Zisa -
che da quanto abbiamo potuto appurare erano parte della collezione di
uno scozzese vissuto alla fine del Settecento e appassionato di reperti
antichi, compresi manoscritti e monete. L'intera collezione venne donata
all'Università di Glasgow, in Scozia e appare molto strano che l'Ateneo
abbia deciso di venderla. Ma anche fosse così, si tratterebbe comunque
di opere "trafugate" prima del 1939 che è l'anno di entrata in vigore
della nostra legge contro l'esportazione illecita, e quindi
legittimamente acquisite dal primo collezionista. Ma mi chiedo come mai
nessuno dei nostri siciliani si sia accorto di questa vendita e non sia
andato a presenziare l'asta».
Massimo riserbo sul nome dei compratori
e, quindi, nessuna notizia sul luogo in cui questi reperti della
Sicilia antica si trovino oggi. Una vicenda che riaccende i riflettori
sul mercato clandestino e che si affianca a un'altra simile di pochi
mesi addietro quando la stessa professoressa Zisa si accorse che la casa
d'asta Christie aveva messo in vendita reperti siciliani di età greca,
riuscendo a bloccarne la vendita. «Quello che stupisce - dice Flavia
Zisa - è il silenzio degli addetti ai lavori. Si tratta di episodi
scandalosi che rivelano come davvero è come se fossimo seduti su
sacchetti di diamanti, senza rendercene conto. E senza difendere quanto
possediamo».
Isabella di bartolo